Vaccinarsi perché
L'impegno degli Ordini delle professioni infermieristiche nel promuovere la campagna vaccinale e la testimonianza della nostra Carmelina Di Lella
La testimonianza di Carmelina Di Lella, coordinatore infermieristico del Day Hospital Medico Oncologico dell'ospedale Sant'Anna, ci riporta al messaggio congiunto del coordinamento degli OPI (Ordini Professioni Infermieristiche) lombardi, OPI Como fra loro, che ha espresso in questi giorni il proprio impegno nel promuovere e favorire la campagna vaccinale a garanzia dei cittadini e della tutela della salute per tutti: "Vaccinarsi ha una ragione sia disciplinare scientifica sia etica e morale: entrambe queste componenti fondano le radici della disciplina infermieristica e sono i cardini per la presa in cura dei cittadini. [...] Scegliere di vaccinarsi è un atto consapevole, etico e scientifico, è il contributo del singolo individuo a tutela della salute collettiva".
Grazie a Carmelina che ha deciso di essere testimone di questo atto di responsabilità sociale.
"È arrivato il gran giorno anche per me. Ho dovuto aspettare di essere guarita dal Covid, il nemico subdolo e insidioso ha, infatti, colpito anche me.
Ho esordito con un banale raffreddore e dall'oggi al domani mi sono trovata a passare dall'altra parte, nel ruolo di paziente e a fare i conti con le mie fragilità: la paura di aver contagiato i miei familiari, la paura dell'evoluzione, la profonda sensazione di impotenza e le mille domande senza risposte: "com'è stato possibile? Dove ho sbagliato? Sono sempre stata attenta!"
Ho avuto una sintomatologia gestibile a domicilio, tuttavia i sintomi sono stati persistenti e sono rimasta positiva per due mesi. La ripresa è stata lenta perché il malessere fisico si nutre di quello psicologico e viceversa; sembrava impossibile interrompere quel circolo vizioso, eppure quel tempo di infinita incertezza è diventato via via ricostruzione. Sono stata fortunata e nelle scorse settimane ho potuto cogliere l'opportunità dell'unica arma che abbiamo a disposizione per sconfiggere il virus.
Sono una "sì vax" convinta, nonostante abbia in anamnesi un episodio di anafilassi dovuto a una vaccinazione eseguita qualche anno fa, non ho avuto paura, ho avuto piena fiducia nella struttura e nei colleghi che si sono presi cura di me, sono stata in osservazione più a lungo ma è andato tutto bene.
Da cittadina penso che vaccinarsi sia un obbligo morale per tutelare noi stessi e gli altri, da sanitaria penso sia una scelta doverosa e responsabile, credo fino in fondo nella ricerca e nella scienza e non capisco le perplessità di qualche collega che, in nome della libertà, antepone se stesso e le sue paure al bene comune. A chi afferma che il vaccino sia stato messo a punto in tempi troppo rapidi mi sento di rispondere che tutto è più veloce rispetto al passato: avanzamento di conoscenze, tecnologie, piattaforme produttive, ecc..
In quella punturina che mi hanno fatto, vedo un lumicino in fondo al tunnel, la speranza di un ritorno alla vita normale fatta anche di abbracci e di sorrisi. Ho colto l'opportunità del vaccino anche per chi non ha fatto in tempo, penso ai tanti colleghi che hanno operato con sacrificio e abnegazione, dando la loro stessa vita, questo vaccino è anche per loro.
In ultimo, un pensiero ai pazienti che pur fragili e immunodepressi, provati da gravi patologie non hanno nessun dubbio sul vaccino e aspettano con ansia il loro turno, trasmettendo un messaggio di speranza e di forza".
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